Son per me questi luoghi sconosciuti, colpevolmente trascurati, ed oggi approfitto di una giornata incerta per un'esplorazione.

Mulattiera Metato Cappella di S. Luigi

Son venuto da Vallico di Sopra per una bella mulattiera, lastricata, tra selve di castagni e vecchie casette, forse d'alpeggio, e metati abbandonati, lasciati come se gli occupanti contassero di tornare, ancora si vedono attrezzi, pagliericci, mobili e qualche sedia spaiata.

Mi raccontò un vecchio che le sedie, a quel tempo, venivano fatte sul posto: passavano i falegnami con i loro arnesi, seghe, sgorbie e rasiere e se serviva una seggiola andavano in una vigna, prendevano su qualche palo e in un battibaleno la costruivano, tra le donne c'era sempre qualcuna brava ad impagliarle e voilà, il progresso dovrà camminar parecchio per restituire a questo  lavoro quella semplicità.

S. Luigi è un alpeggio ancora frequentato ed in parte abitato, i terrazzamenti son fioriti e c'è nell'aria una sensazione di risveglio ma la chiesetta, dedicata a S.Luigi Gonzaga, nonostante il cartello turistico è in rovina e l'interno ridotto a discarica.

Sotto una pioggerellina leggera ho tentato di salire sul monte Penna per poi perdermi per la nebbia tra le sue radure dove improvvisamente spuntavano metati e vecchi castagni, a tratti l'unica cosa visibile era certo la mia mantella rossa.

Son stato a lungo in quelle radure ad ascoltare le voci del bosco, un chiacchericcio, un concertino variegato come si conviene ad un bosco in primavera, ma discreto e per sottofondo il  ticchettio dell'acqua, quello fitto e distratto di quella che cade e quello lento e misurato di quella che goccia e racconta all'altra cosa ha visto e dov'è stata.

Quando la pioggia s'è fatta seria per davvero son sceso giù per il versante sud su di una buona pista fino ad una forestale che avevo visto già da S. Luigi e di nuovo a Vallico di Sopra.

Vallico di Sopra – S.Luigi (111)