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Pane & Olio

Pizzo d’Uccello

Dal R. Donegani (chiuso) con il segnavia 187 verso la Foce Siggioli, l'ultimo tratto su rocce affioranti, nessuna difficoltà ma pochi riferimenti a parte qualche segno, attenzione in caso di nebbia.

Raggiunta la Siggioli uno sguardo all'indietro: una coppia di rapaci volteggia sotto di me, sospinti dal vento vanno oltre lo spartiacque.

Oltre lo stretto solco del Serchio il Pisanino si solleva.

I suoi fianchi nascono ammantati di bosco poi l'erba, vellutata dalla luce radente, fa a gara a trovare spazio tra le sue candide rocce.

Di fronte il Pizzo, l'immensa parete affonda sotto di me, guardare la sua base da un senso di vertigine, il calcare è accecante ed uno spicchio di luna brilla ancora sopra Nattapiana.

La sua vista mi accompagna per tutta la cresta di Capradossa, un traverso delicato mi fa dubitare dei miei ricordi, o forse sono solo gli anni che avanzano, dopo il Ripiano, per la normale, arranco sul bianco Pizzo d'Uccello.

Dalla cima il golfo di La Spezia si presenta turchino, il Sagro incombe sull'intatta conca di Vinca, accanto, separata dal Garnerone, sta Serenaia, le due splendide valli cui fanno corona le cime più belle, ma quest'ultima sul lato sinistro mostra una carie profonda.

Ex Rifugio Donegani - sent. 187 - Foce Siggioli - Costiera di Capradossa - Pizzo d’Uccello.

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