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Pane & Olio

Penna di Sumbra

Arrivare con l'auto alla Maestà del Tribbio è già una meraviglia, la strada, sempre più stretta, si arrampica velocemente tra boschi rigogliosi liberando la vista sulla Garfagnana che da quassù sembra una valle svizzera. Se il verde valesse il petrolio qui sarebbero tutti ricchi.

Una carrozzabile sterrata, agibile solo ai fuoristrada per alcuni tratti rovinati, prosegue ed e' un peccato perché il vecchio sentiero che ogni tanto la interseca è molto suggestivo, si snoda in una faggeta ad alto fusto con il fondo coperto dai gusci delle gemme e dalle foglie di quest'autunno e nell'aria un buon odore di legna.

Velocemente sono arrivato al colle delle Capanne dove arriva il sentiero da Capanne Careggine, assai più faticoso e che attraversa ambienti molto più aspri.

Un altro breve tratto nel bosco con i faggi che si fanno via via più piccoli e contorti incontrando piazzole di carbonai ed i primi affioramenti rocciosi dopodiché è cresta est del Sumbra.

Il sentiero prosegue a mezza costa sulle erbe che guardano verso Vagli ma è un peccato seguirlo, meglio dar retta a vecchi segni blu lungo la cresta che è facile da percorrere, sempre al culmine dei cinquecento metri della parete sud e dei dirupi segnati dal fosso dell'Anguillaia che precipitano, mille metri più in basso, fino al letto della Turrite Secca ed alla strada che porta al Forte.

Dopo un paio di risalite la cresta si esaurisce nei prati della cupola sommitale.

La Penna di Sumbra è una cupola erbosa sospesa su pareti rocciose e si trova al centro di un semicerchio che dalle Panie prosegue con il Corchia, l'Altissimo, il Sella, la Tambura e la Roccandagia; proprio sull'Altissimo fidavo che mi riparasse dalle nubi dell'imminente perturbazione, la sua parete sud, pur non essendo alta, è una muraglia riscaldata ed alle nuvole che vengono dal mare fa sbarramento, ci giocano parecchio, indugiano, si rimescolano, fanno le capriole e rimangono al di là mentre forzano più facilmente i valichi di Mosceta di Croce e della Tambura.

Al ritorno, arrivato al bosco, ho ignorato il sentiero ed ho percorso la cresta per intero al limite tra gli alberi ed il precipizio, sulle rocce stratificate, saltando le evidenti fratture della montagna. L'ho fatto per godermi fino in fondo la vista sul Corchia e sul Freddone dove credo di andare a breve, sulle Panie e sul monte Rovaio con la cresta del Gesù, già scritto nel libro dei progetti.

Quando la cresta si addolcisce ed il bosco si abbassa di quota, sulla verticale di Isola Santa, ho appoggiato a sinistra incontrando una sterrata, la stessa della mattina, proprio su una curva dov'è una panchina semidistrutta. Il ramo di destra, in leggera discesa, mi ha riportato velocemente al Colle delle Capanne.

 Avvistati all'andata un capriolo, uno scoiattolo e tre capre nell'ordine; al ritorno due escursionisti sul sentiero basso e tre nel bosco.

Maestà del Tribbio - Cresta Est - Penna di Sumbra

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Cresta Est

Vagli

Fosso Anguillaia

Cima della Sumbra

La via del ritorno

Vista sulle Panie