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Pane & Olio

Monte Sella

La vecchia strada della Todt s'inoltra nel bosco di faggi dorati a strette svolte, discreta come un lungo serpente scuro oltrepassa una cascata, una risorgiva che la inonda, s'inerpica lungo il pendio sorretta da muretti a secco dove il terreno è ostile.

Da un gruppo di rocce coperte di muschio incredibilmente un grosso faggio si protende come una bolena mentre, a lato, altri più piccoli spuntano dalle sue radici quasi a sostenerlo.

Nel silenzio lo scoppio di una mina mi fa sussultare proprio mentre giganti centenari e l'erba ancora verde annunciano il passo Sella, bella distesa prativa sulla dorsale che dal Sumbra corre fino alla Tambura.

 Da qui il monte Sella si annuncia con un bastione ardito ed imponente sopra al quale uno spicchio di luna si attarda in questa bella mattinata. Un sentiero nell'erba mi conduce ai suoi piedi, una nuova lapide ricorda quanto questi luoghi siano insidiosi in inverno.Risalgo alcune rocce umide ed ancora per erbe punto ad una forcella, dopo oltrepasso una cengia rocciosa ed infine risalgo il pendio sassoso per tracce.

All'ultima curva punto direttamente alla cresta, finalmente! Faccio una pausa, mi guardo intorno, mi affaccio alla cresta dei suicidi che viene dal Macina, pochi luoghi sulle Apuane ti mostrano in un attimo il dislivello fatto come qui.

 Seguo il filo, bello e facile, fino ad un tabernacolo naturale che ospita una piccola croce, lo aggiro a sinistra per tacche e rocce sporgenti, un cavo un po' precario aiuta chi soffra di vertigini, raggiungo il cocuzzolo finale e sono sulla prima cima!

In questo luogo selvaggio ed isolato, primordiale, in cui molti non vedono altro che sassi e rocce traballanti, mi si svela tutta l'energia di questo nostro mondo che qualcuno s'illude di poter controllare ed ho la sensazione di camminare sulla schiena di un drago addormentato.

Mi dirigo sulla seconda cima beandomi del vuoto che mi circonda ed ubriaco di tanta bellezza mi siedo a leggere il libro, ognuno ha scritto qualcosa ma con misura, le prime date sono del 97 ed ha ancora molte pagine vuote, non ha certo una vocazione turistica questa cima, cerco le mie firme a conferma dei miei ricordi.

Mentre mi riposo grosse nubi nere nascondono le cime più alte ed una leggera brezza mi fa rabbrividire, osservo il volo dei gracchi e la mia mente vola con loro lungo la cresta che prosegue verso l'Alto di Sella che non ho mai osato fare.

E' questo il monte che più degli altri mi conquista, mi gratifica, mi rigenera e dal quale torno sempre arricchito nell'animo, è una cima solitaria, non facilmente accessibile, un po' nascosta, per me è come un fratello maggiore che ti strizza l'occhio con complicità quando magari t'inizia a piaceri proibiti

Arnetola - Passo sella - M. Sella

 

Monte Sella - Ravaneto

Gita infrasettimanale al monte Sella, quasi un pellegrinaggio che rinnovo ogni anno.

Qui il libro dura a lungo e si può scorrere fino alle proprie firme, come in un album, nell'illusione che niente sia cambiato e che niente cambierà, fissare un appuntamento è già ipotecare il futuro, esorcizzare la paura.

Verso la Marina

Ravaneto

Da quassù posso vedere com'è nato il mondo, gli strati che si sono scontrati, le loro pieghe e come l'acqua, goccia dopo goccia, le abbia segnate nella sua ricerca di una via aspra e tortuosa, scava ostinata e tenace per cosa poi, per guadagnarsi il breve spazio, quasi un attimo, placido e tranquillo che la separa dalla marina.

Qui tutto mi parla della vita, anche dall'altro lato dove la cava Pallerina alimenta il ravaneto che giunge giù fino ad Arnetola in fondo alla valle.

E' ora di pulizia sul piazzale di cava, la grande ruspa si affaccia al bordo della frana e delicatamente si libera dei massi che all'inizio si muovono lenti, come al risveglio di un letargo, piano piano si fanno strada giù dritti, prendono velocità, rimbalzano e si schiantano con fragore, altri superano un ultimo ostacolo, perdono pezzi , riprendono l'abbrivio ma con minor foga, zigzagano ubriachi e poi, in un gran polverone, si fanno immobili in un sordo brontolio.

Ma anche tra loro qualcuno è diverso, inizia la discesa incerto come un bimbo ai primi passi, sceglie la strada tra i caduti ed elegante salta gli ostacoli smovendo altri massi, qualche spigolo si rompe, qualche cantuccio si perde, provoca altre frane, atterra e riparte, muta velocità ed esaurita l'energia dolcemente si accoccola insieme con altri sassi che alla fine l' accompagnano incerti, quasi smarriti.

Non passa giorno che la vita mi appaia sotto gli occhi e in un attimo si dispieghi e mi accorgo di quanto poche sono le cose cui tengo e sempre più quelle di cui non m'importa niente.

Arnetola - Passo Sella - Monte Sella

 

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