Monte Matanna

Il parcheggio dell'Alto Matanna è affollato di vetture, gli ultimi ritardatari si affrettano con le attrezzature e scappan via diretti verso il Procinto, io, invece, salgo lentamente il dosso erboso punteggiato di minuscole rose canine ed orchidee già sfiorite che mi porta alla foce del Pallone e poi sulla cresta ESE mista di erbe e rocce a tratti rosate.

Non ho mai dato considerazione al Matanna per quella strada che porta fin quasi alla cima e lo rende alla portata di tutti vanificando il lungo avvicinamento dal mare, ma soprattutto per quel suo non essere né carne né pesce, né poggio erboso ma neanche monte di pietra, che non mi ha mai regalato giornate intense né pulite e neanche di tempesta ma indefinite, solo nebbie e foschie, come oggi.

Questa volta però ho sostato parecchio nei pressi della cima, in una postazione di tedeschi o partigiani non saprei, tra il cri cri dei grilli ed il suono dei campanacci, i richiami dei falchi e le capriole delle allodole ed a guardar bene debbo riconoscere che una sua dignità ce l'ha.

So che è sciocco attribuire umanità ai monti però, come avesse avvertito questo mio ravvedimento, d'un colpo la montagna si libera delle nebbie che l'avvolgono.

Le nubi, quasi avessero tirato un filo invisibile, si allineano poco sotto la quota della Pania e s'intuisce che sopra c'è il sereno. Il sole proietta le loro ombre come larghe chiazze scure che viaggiano veloci sui fianchi delle montagne e le ghermiscono come i neri fantasmi di Ghost.

Per riconoscenza alla montagna ne percorro la cresta SSO scendendo fino ai casolari di Toggiano e ne traverso i pendii orientali per tornare alla foce del Pallone tra una schiusa di strani insetti scuri, mai visti, dalle ali come farfalle, bianche e trasparenti.

Alto Matanna – Foce del Pallone – M. Matanna – Casolari di Toggiano – Foce del Pallone – Alto Matanna

Vie dimenticate

Antecima N.

Cima

Cresta SSO

Toggiano

Insetti