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Pane & Olio

Foce Siggioli

01/05/2006

Percorrendo la strada che proviene da Ugliancaldo il versante nord del Pizzo appare all'improvviso oltre la barriera verde dei castagni, una muraglia di pietra grigia in un ambiente severo, unica traccia umana le cave del Campaccio che viste da qui paiono aggressive come le altre in quel di Minucciano.

Dalla strada di Ugliancaldo

Parete Nord

Filigrana

bjbo s’attacca

Piero no

Forse un giorno comprenderemo che questo mondo l'abbiamo in uso e non è nostro e che la vera ricchezza sta nel conservare e non nel distruggere.

Prima della casetta dei vecchi macchinari superiamo diversi tagli di cava abbandonati, mio malgrado mi sorprendo ad ammirare le venature ed i riflessi esaltati dall'acqua che ruscella dalle fessure. Subito dopo entriamo nel bosco, scivoliamo sulle foglie umide e poi sulle chiazze di neve che la parete ha scaricato, attraversiamo canali di madreperla bagnati e insidiosi prima di raggiungere l'attacco della ferrata.

La parete del Pizzo appare candida, appena più scura dove le fessure sono più profonde, ci sovrasta e ci circonda, da Capradossa a Bardaiano è tutta una muraglia, in alto, verso la Siggioli, qualche alberello pioniere, in balia delle intemperie, nella prima luce del sole svapora e si fa di filigrana.

L'ambiente incute soggezione, ripide pareti di marmo appena ricoperte qua e là da una sottile zolla dove piccole piante vivono una misera esistenza ci chiudono da ogni parte, in questa buca il sole arriva tardi e manca anche la propagazione del suono tanto che il silenzio è opprimente, nemmeno  il canto di un uccello ci fa compagnia, s'odono solo i nostri rumori, amplificati, lo sfregare degli scarponi, lo scorrere dei nodi, il tintinnio dei moschettoni, il nostro affanno.

Le nubi formano una fitta coltre che copre la sommità della parete e la via da percorrere si perde presto nella nebbia, saliamo con la sua vista negata e l'attenzione rivolta solo ai pochi metri visibili davanti a noi.

Ogni tanto una leggera schiarita, le nuvole giocano con i ripidi versanti, man mano che saliamo avvertiamo l'effetto del sole che le scalda, diventano rade, sottili, trasparenti.

La nebbia scivola veloce sulle rocce, un soffio l'ingarbuglia ed il sole la trafigge con scintille dorate.

Si scopre una parete di estasiante bellezza, fessure chiare e scure segnano le rocce grigie mentre il mondo sotto di noi s'allontana.

Dopo la prima metà la ferrata si fa più dura, ripide placche portano al naso e proseguono verso il belvedere ma buche scolpite rendono facile la salita anche con gli scarponi e non può essere altrimenti visto che la ferrata è nata come collegamento, per rendere veloce l'accesso al Pizzo agli alpinisti veri, quelli che accarezzano le rocce della parete nord.

La foce ormai è raggiunta e di fronte a noi ancora grigia e bianca di neve si distende Serenaia rinchiusa dalla mole fumante del Pisanino.

E' l'ora del riposo, l'energie spese mancano tutte all'improvviso, è il coronamento di ogni sforzo, i nervi cedono e si fa strada una leggera euforia insieme ad una sorta di smarrimento che mi coglie  ogni volta raggiunto l'obbiettivo e c'è da fissare un'altra meta.

Si prosegue verso il poggio di Baldozzana per la cresta di Capradossa, facile ma mai banale, con il sole che ha vinto ormai la sua battaglia e poi verso la casa del pastore circondata di maestosi alberi secolari, poi di nuovo giù tra selve di castagni abbandonate incontrando cinghiali e caprioli.

prima del Belvedere

da Capradossa

Pisanino

Intorno alla casa del pastore

strada di Ugliancaldo - sent.190 - Cantoni di neve vecchia - ferrata Tordini Galligani - Foce Siggioli - sent. 181- casa del Pastore - sent. 192 - strada di Ugliancaldo

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