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Uccelli

Pistoia, 13/07/2003

Ieri ho fatto un giro in Appennino, verso Portafranca, ho percorso sentieri quasi abbandonati, vecchie mulattiere che mettevano in comunicazione la Toscana con l'Emilia. Cercavo il fresco nel bosco che sui crinali il sole batte feroce, l'ho sfidato un po' solo sopra il rifugio finché la brezza lo ha reso sopportabile.

Quest'anno non ci sono i pastori e l'erba ha fatto in tempo a crescere, milioni di piccoli steli portano semi bruni che si muovono col vento allineati come soldatini, sul versante che scende verso la Stufa un'erba strana mischia piccolissimi fiori blu e semi come minuscoli soffioni.

Mi son divertito a guardare quest'universo sdraiato sull'erba, tra le saltabecche, tanto senza pecore non ci son sorprese, e senza scarpe ho camminato a lungo a piedi nudi su questo cuscino, come da bambino.

Quando il sole ha cominciato a pizzicare sono andato al rifugio, ad un tavolo all'ombra, fuori, che non mi andava di venir salassato ed i saluti, i convenevoli ... il viver civile insomma.

Ho sorpreso un merlo che è volato via basso tra i cespugli, chioccolando - chio' chio' chio' - come fanno quando gli arrivi addosso all'improvviso e non si sa bene se son sorpresi o spaventati.

Invidio gli uccelli, la liberta' che hanno di metter su casa dove vogliono e quando vogliono senza piani regolatori, senza calcoli complicati, se rinasco voglio nascere uccello ... sì ma ... quale?

Per l'abbondanza non saprei scegliere, li ho osservati a lungo, ci vivono accanto numerosi ed intrecciano la loro vita con la nostra anche se molti non si accorgono, io me n'accorgo per forza: alla domenica pomeriggio sono solito riposarmi dalle fatiche della montagna nel mio giardino all'ombra di due grandi faggi; è un punto strategico perché quando il sole comincia ad abbassarsi c'è sempre una bava di vento che rende il calore di quest'estate sopportabile.

Tutt'intorno un cinguettio forsennato, forse pare così per la pace che pervade la campagna in queste domeniche di case chiuse e strade deserte, un coro assordante per la varietà di note, tra chi suona e chi accorda gli strumenti la musica è troppo complessa per le mie povere orecchie, gli alberi del giardino sembrano piazze gremite per un concerto.

Non è che mi dispiaccia, anzi sono felicemente sorpreso e meravigliato dalla varietà dei miei vicini e mantengo con loro ottimi rapporti, proprio oggi ho fatto appena in tempo a fermare mia moglie: l'ho trovata che stava estirpando un cardo selvatico nato in un angolo del mio giardino, lei non capiva perché tenessi a quell'erbaccia così ho dovuto spiegarle ...

Dei cardellini hanno fatto il nido sui miei alberi, forse sui faggi o sulle cordiline, oppure sui cipressi, n'avevo già visti intorno e me l'ero immaginato poi, qualche settimana fa, mentre annaffiavo una grossa azalea, inavvertitamente feci il bagno ad un piccolo al primo volo, era in difficoltà anche se impiumato bene, faceva il pallone e cinguettava disperatamente, rientrai in casa e chiusi il cane, che non lo sciupasse, non so come sia andata, spero bene perché non l'ho più visto.

E' stata una piacevole sorpresa, ho sempre abitato in questi luoghi ma non ho mai visto covare i cardellini, chissà sarà il clima che cambia ... o le culture.

Anche domenica scorsa ebbi una sorpresa, partecipavo ad una festa nuziale in una vecchia villa in costa e percorrevo lentamente la strada bianca d'accesso tra gli olivi, in una pozzanghera, alla giuntura di un tubo per l'irrigazione perché qui di pioggia quest’estate proprio non se ne parla, uno zigolo giallo faceva le sue abluzioni, era uno zigolo ne sono sicuro perché da giovane avevo una voliera, un uccellino grande quasi quanto un passerotto con il becco più sottile e piume nere e giallo limone.

Infilava il becco e la testa sotto l'acqua melmosa per poi farsela scivolare sulle ali scuotendosi e sculettando come fanno le ragazze quando si rivestono, per far scivolare i vestiti che indossano dalle spalle, era fantastico, sarebbe bastata la reflex con lo zoom di corredo per millantare chissà quali appostamenti.

Attesi per lunghi minuti o secondi che l'uccellino finisse e intanto pensavo che anche gli zigoli non li avevo mai visti di questi giorni, solo di passo in autunno, invece sembrano sparite le averle, con la banda nera sull'occhio, abitanti delle siepi dove infilzano le loro prede ancora vive, qualche anno fa la mia gatta passava intere giornate in caccia e le riportava spesso, le posava sul davanzale della finestra, soddisfatta, quasi mi avesse fatto un bel regalo.

Le upupe invece ci sono sempre state, capitano di frequente nel mio giardino, ma mentre in passato ne ho sempre viste una per volta quest'anno ne ho sorprese addirittura quattro, venivano dalla campagna con volo teso, non appena mi hanno visto si sono impennate per cambiare direzione e posarsi sul filo del telefono poco lontano, ben allineate con le penne sgargianti e la cresta piumata, non saprei dire se fossero due coppie od un'intera covata.

Anche merli e storni son numerosi, per il loro mantenimento pago un sostanzioso tributo visto che ogni anno depredano il mio ciliegio, nastri e trucchi vari non li spaventano ed anche con le reti trovano sempre dove passare, lo lasciano tranquillo finché i frutti non son fatti tanto che ti vien da pensare che questo sia l'anno buono, poi, un mattino, lo prendono d'assalto ed in poche ore rimangono solo i noccioli attaccati al gambo, allora sai che le ciliegie erano mature.

D'altra parte c'è da capirli, dalla campagna son spariti i frutti, le viti e le granaglie, tutto è vivaio, piante ornamentali, diserbi e veleni, per loro è rimasto poco da mangiare, ne fanno le spese anche gli orti: insalata, odori, fagioli, le piantine vengon beccate appena nascono; - cose mai viste - mi ha detto un vecchio dopo aver sorpreso uno storno a beccar bietola, che volete sono i tempi che cambiano.

In ultimo vorrei raccontare un fatto strano, mia madre, è morta da poco più di un anno e ogni tanto vado a trovarla al cimitero; riposa a fianco dei nonni e sulla tomba ho fatto mettere una vecchia foto in bianco e nero che la ritrae giovanissima, qualcuno mi ha fatto osservazione scandalizzato ma io son contento di averla scelta perchè il cimitero mi sembra meno triste accolto dal sorriso di quella graziosa adolescente.

Sul lato destro ci sono i fiori, per affrontare il caldo di questo periodo mia sorella, che in queste cose è abile e creativa, ne ha scelto alcuni che si trovano anche in montagna, strani ma molto belli quando sono secchi e per decoro ha aggiunto delle spighe di grano.

I passeri le hanno imparate quasi subito ed è facile sorprenderceli, sono bravissimi a spigolare, riescono ad estrarre i semi lasciando le spighe intatte, fanno a gara ad occupare il posto migliore azzuffandosi ed improvvisando brevi rincorse come giocassero ad acchiapparello, m'è piaciuto pensare che mia madre gradisse quella gioiosa compagnia, quel rifrullo, così per qualche settimana le ho sostituite fino a quando ho saputo che sono medicate per evitare la nascita d'insetti e farfalline e così ho dovuto smettere, pazienza, quest'estate cercherò di procurarmene di buone, intanto mia madre capirà

Casetta Pulledrari - Pian Grande - Portafranca - Poggio dei Malandrini - Maceglia - Casetta Pulledrari

 

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