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Pane & Olio

Pio Castagna

L'altra notte l'ho passata al frantoio a macinar le olive, è un frantoio di quelli moderni che fanno la pasta con le viti d'acciaio, qualcuno dice che la scaldano troppo ma io trovo che l'olio sia più profumato e non mi dispiace.

Aspettiamo il turno riuniti al camino nell'aria resa aspra e frizzante dai vapori delle olive, si respira il pizzicorino dell'olio novo e si ha la sensazione che un leggero velo d’unto copra ogni cosa.

Sulla tavola bruschette e olio, qualcuno ha portato anche le castagne e allora frugiate ed il novello corre a fiumi, è proprio festa anche se tocca di sbucciarle con attenzione che quest'anno non è una grand’annata, almeno da noi.

Non è buffo com'è facile far festa con poco oggi che i piatti ricchi son di tutti i giorni? Quasi questo mondo avesse corso troppo in fretta e le cose semplici di una volta fossero ancore, anzi spit cui tenersi, chissà cosa ne penserebbero i nostri nonni!

Ricordo il vecchio Santi, non sembrava entusiasta quando mi mostrava in un angolo della casetta paterna una capace cassapanca. La vedi quella, mi disse, si riempiva di farina di neccio e ci toccava mangiarla tutta.

Mi viene in mente anche un aneddoto che uno zio mi ha raccontato.

Intorno agli anni trenta in una scuola elementare del piano la maestra parla della montagna e dei suoi abitanti, li definisce gente umile e povera ma generosa che affronta una vita di sacrifici con il coraggio della fede, unica ricchezza la castagna, pane companatico ed anche qualcosa di più che garantiva l'alimentazione d’uomini e bestie per tutto l'inverno.

Nel pensierino che segue un bimbo espresse questa sintesi esemplare.

“Pio Castagna era un montanino / avea una castagna / la dette alla su ragazza e lei disse: / oh com'e' bono il chicco!”

(Anonimo)

Vi dirò che a casa mia, d'inverno, c'è sempre un cartoccino di castagne secche che fin da bambino succhiavo come caramelle.

 

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