Home
Cose così
Diario
Mangiari di casa
Home

Pane & Olio

I GIRASOLI

Quell'anno, l'anno brutto, sui campi lungo la tangenziale avevano seminato i girasoli, una distesa immensa, un mare giallo che copriva la pianura fino alle colline di Giaccherino.

Ogni volta che passavo avrei voluto fermarmi ma sulla strada non c'era posto per la sosta e l'accesso dalla campagna era un problema, strade private, campi recintati e rimandavo sempre.

Era un periodo che stavo bene, sgambettavo per i monti mettendo spesso in difficoltà i miei compagni poi quella domenica una cosa strana ...

Non detti peso, non mi allarmai, ma a pensarci adesso direi che era una posa perché il giorno dopo ero già dal medico e anche lui minimizzò però, per telefono, mi fissò un appuntamento per un'ecografia da fare seduta stante, continuavamo la commedia ma una parte di me si era già estraniata da quella manfrina e sospettosa guardava come procedevano gli eventi.

Il dottore che mi fece l'ecografia mi disse subito che c'era qualcosa ma occorreva fare altri accertamenti ...

<< Bando alle ciance – gli dissi – io non chiedo molto alla vita, mi basta un prato, il vento, il sole ... ne godrò ancora? >>

Non voleva parlare, diceva che occorrevano altri esami, alla fine mi disse:

<< Questa volta forse la rimedia >>

Aveva messo il dito nella piaga, quel questa volta non l'ho ancora digerito, io non ero preoccupato per quel che avevo, sapevo che bene o male me l'avrebbero tolto, ma era il poi che mi faceva paura.

Quante volte ho visto gente, anche vicina, che apparentemente stava bene accusare un malessere, andare dai medici, operata d'urgenza e dopo, da lì in poi, cominciare il calvario, tanto che ti viene il sospetto che a lasciarla fare sarebbe stata meglio.

Tornai a casa senza dir niente, prendevo informazioni ed appuntamenti per visite, accertamenti, e intanto cominciavo a stare peggio, ma anche il medico aveva telefonato ed i miei facevano altrettanto, lo scoprii il giorno che avevo due appuntamenti per la stessa risonanza.

Perlomeno fu una liberazione anche perché i dolori erano diventati forti, emorragie, coliche, non ero più obbligato a chiudermi in bagno ad aspettare di essere presentabile .. e la libertà di piangere.

Neanche avrei potuto nasconderlo ancora, le coliche si susseguivano una dietro l'altra e non riuscivo più ad alzarmi dal letto.

Un altro medico mi dette un farmaco per le emorragie, funzionò, e nell'attesa di entrare in ospedale, un giorno che stavo meglio, mi feci portare sulla tangenziale.

Lei, a malincuore, acconsentì a lasciarmi tra i girasoli, con le mie macchine fotografiche.

Non so quanto tempo passai tra quei fiori, vagando su è giù per quella distesa, erano talmente fitti che sembravano abbracciarmi per regalarmi il sole che avevan catturato.

Nessuno degli amici, dei conoscenti lo sentii vicino come quei fiori, le foto le conservo ancora, non sono granché perché gli occhi avevano già cominciato a vacillare, e poi hanno una dominante magenta, quasi a ricordare tutto quel sangue.

Ancora adesso, ogni estate, cerco qua e là qualche campo di girasoli e quando li ho adocchiati, nel periodo di maggior fioritura, ci faccio il bagno.

Continua ...

forse

 

[Home] [Cose così] [Diario] [Mangiari di casa] [Home]